Nüwa presenta "Emporio Del Male"
By Nicolas Calonaci

Piccola premessa.
Correva l’anno 2020, insipida serata invernale. Divano, copertina, tisana al finocchio, cuffie.
Home di Spotify: categoria “Rap Italiano Alternativo” tra i consigliati. Mi stupisco di quanto gli algoritmi Spotify mi conoscano meglio di quanto io conosca me stesso. Scorro i vari album e mi soffermo su uno: folgorazione. Cover con cani i posizione defecante su un prato verde, alle spalle la cattedrale di Notre Dame in fiamme. Nome del gruppo Piccoli Cani Squadra, titolo dell’album Emporio Del Male.
Play.
Da qui estasi cerebrale, bestemmie (non solo le loro) e la consapevolezza di aver scovato “il genio”. Più il disco avanzava più non riuscivo a capire come fosse possibile che un essere umano riuscisse a partorire simili asserzioni.
Per farla breve: è da un anno fisso nei miei ascolti Spotify.
I “Piccoli Cani Squadra" sono un gruppo di 11 ragazzi, di cui una metà residenti in Brianza e l’altra sparsi per tutta Italia. I nomi d’arte sono tutti un programma: Piccione Ferito, Giovane Risottino, Papi del Chado, Maxxi King, Giovane Pantera Sessuale, Pinscher Tornado, Phil Goodies, Blake Ned, Bad Vibes, Nick Snow, Coinboy. L’idea di fare musica è sempre stata presente, ma la concreta realizzazione è stata resa possibile dai social e, in particolare, grazie al vasto pubblico presente nelle pagine meme gestite da due dei membri. Una volta formato il collettivo, uno di loro si è casualmente ritrovato a gestire uno studio di registrazione. Da lì, dopo l’uscita del primo album “Beni Culturali Vol. 2: Renegade” definito dagli stessi membri come un primo lavoro embrionale e sperimentale, è nata l’idea di un secondo progetto più “serio” e completo rispetto al primo.
“Emporio Del Male” è un disco interamente autoprodotto e ascrivibile alla categoria lol rap, costellato di frasi deliranti che paradossalmente trovano un senso. Spesso questo genere è collegato ad artisti considerati poco lungimiranti e privi di contenuto (vedi i vari Lil Angel$, Bello Figo, ecc.), in questo caso è diverso. I PCS fanno sul serio: metriche ben strutturate, flow eterogenei, beat allucinanti e grafiche mai banali.
La fatica, lo studio e l’esigenza di creare un prodotto divertente ma rigoroso e mai scontato si percepiscono, ad esempio, in ricercate citazioni a Gué Pequeno: “Rimo da quando c’era l’Happy Hippo nei negozi” o in tracce come “Lettera A Mia Madre”, più autoriflessiva e nostalgica.
Innovativo, potente, eclettico, senza freni. Un album completamente originale, assimilabile soltanto a se stesso e non comparabile con nessun altro: la prova che è sbagliato dire che in Italia non c’è nulla di nuovo e diverso. Il “meeting pot” musicale dato dalle preferenze musicali dei membri raggiunge livelli estremi: intriso di influenze elettroniche, rock e metal è esattamente l’innovazione di cui c’era bisogno. Se vi piace il prodotto alternativo per eccellenza siete nel posto giusto. Non ci sono molte possibilità, non esistono mezze misure: è un disco per il quale puoi scattare in piedi sul divano completamente esaltato (come il sottoscritto) o che puoi pentirti di aver ascoltato.
Perchè questi sono i PCS: o godi, o li odi.
Questi sono esattamente i motivi per cui i PCS sono i protagonisti assoluti di NUWA001, la nostra prima, agognata release.
100 vinili, 100 CD, pronti a volare in un attimo verso le vostre case.
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